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domenica 14 aprile 2013

Baciami stupido!







Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto, un poco più da presso, un più preciso patto, una connessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole t'amo; un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po' il cuore, e assaporarsi l'anima a fior di labbra! (Edmond Rostand)


Il bacio è questo ed altro ancora. E chi lo dice?

Ecco appunto, io ho sempre pensato che il bacio fosse il bacio, che non è “un bacio”, ma è “Il bacio”.

Voglio dire quando baci un ragazzo sulla bocca non esistono tanti modi di baciarlo…

lunedì 8 aprile 2013

Io sarei allegra come la Gerbera...




Non che abbia mai avuto modo di parlare con i fiori e, per tranquillizzarvi, nemmeno li ho mai sentiti parlare.

Il linguaggio dei fiori, conosciuto anche come florigrafia ha radici molto lontane. Questo modo di comunicare si sviluppò già a partire dall’Ottocento. Fiori e allestimenti floreali erano un valido mezzo per “comunicare” emozioni o stati d’animo, senza creare “disordini” morali.

Se ricevete da un uomo un Chiodo di garofano, ci tengo ad informarvi che non vuole sfruttare la proprietà analgesica del fiore, per farvi preparare un decotto per il mal di gola, ma vuole semplicemente comunicarvi di avervi amata a vostra insaputa!
Credetemi non c’era e non c’è mezzo di comunicazione più diretto e preciso dei fiori.